CARTELLA CLINICA OSPEDALIERA / Cenni storici


La storia della cartella clinica si perde nei tempi e parallelamente alla storia della medicina: già nell'età paleolitica, in alcune caverne della Spagna, sono stati trovati in alcuni graffiti, tracce emblematiche di cartelle cliniche, così nell'era delle Piramidi, nel 3000-2000 a.C., ci fu chi si occupò di registrare le sua attività di medico e poi ai tempi di Ippocrate negli Asclepei, templi ospedale, furono trovate colonne scolpite con nomi di pazienti e brevi storie delle loro affezioni.
Infatti si dice che fu proprio Ippocrate ad inventare la cartella clinica, teorizzando sulla necessità di osservare razionalmente i pazienti prendendone in considerazione e annotandone l'aspetto e i sintomi: l'esame complessivo deve estendersi anche al passato (anámnesis, ricordo), per poter individuare il male (diágnosis, conoscenza) e ipotizzarne ragionevolmente il decorso (prógnosis, previsione)..
Infine nella Roma antica Galeno fondò la sua scuola sulla casistica con pubblicazioni dei resoconti medici nei Romana Acta Diurna affissi nel foro.

L'uso sistematico di una documentazione clinica sul singolo malato, viene fatta risalire a Leonardo Botallo nel secolo decimo sesto.

La sistematizzazione dell'utilizzo della cartella clinica nella pratica la si deve a Pierre Cabanis a fine del 1700.

L'obbligo della cartella clinica cartacea in Italia nasce per il decreto legislativo 6972 del 1890.

 

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